La Casina delle Civette

 In #impronteurbane, La Mia CASA è ROMA

Interrompendo il prodigioso susseguirsi delle scenografiche architetture di chiese e anfiteatri, palazzi e fontane, perché non concedersi una visita a musei poco visitati?
Ai margini del parco di parco di Villa Torlonia, sulla Via Nomentana, è collocata la Casina delle Civette che oggi ospita il Museo della Vetrata Artistica.

Nell’eremo del principe

La costruzione risale alla metà dell’800 quando viene risistemata la villa della famiglia Torlonia.
All’interno del parco viene realizzato dall’architetto paesaggista Giuseppe Jappelli un curioso edificio, rustico e semplice, usato come abitazione del vaccaro che aveva la strana forma di una “Capanna Svizzera“.

Nel 1908 Giovanni Torlonia Junior eredita la villa e decide di abitare da solo in questo modesto edificio preferendo una casa a sua immagine e somiglianza al lusso del Casino Nobile, poco distante e affittato alla simbolica cifra di 1 lira a Benito Mussolini.

Per suo gusto e volere decide di trasformare l’”umile” abitazione in “Villaggio Medioevale“.
I lavori, affidati all’architetto Enrico Gennari, conferirono alla struttura l’aspetto di una bizzarra residenza con torri decorate con maioliche colorate, logge, porticati dai risvolti fiabeschi e grandi finestre, fino a trasformare il piccolo edificio in un castelletto dall’aspetto medievale.

Il principe solitario

Come se non bastasse, il principe Giovanni Jr, uomo solitario e malinconico con una manifesta passione per l’esoterismo, per la decorazione del giardino e gli arredi delle stanze della casa sceglie civette e altri uccelli notturni che rievocano magia e mistero.
Così nel 1914, quando da Duilio Cambellotti furono realizzate le vetrate raffiguranti due civette stilizzate, la vecchia costruzione cambiò il suo nome con la “Casina delle Civette“.
L’immagine di questi rapaci notturni ricorre, quasi ossessivamente, nei pavimenti, nelle boiserie e nel mobilio, nelle finestre e nei lucernari, fino agli stucchi dei soffitti e ai lampadari.

Ma le trasformazioni non erano concluse: nel 1917 l’architetto Vincenzo Fasolo aggiunse il porticato a volta sul fronte meridionale della Casina delle Civette e le tegole smaltate con colori vivaci, dando così all’intera costruzione una chiara impronta in stile Liberty.

Dell’”esoterico” erede dei Torlonia si hanno pochissime informazioni se non il fatto che fosse uomo poco socievole e amante della simbologia dell’occulto, che non si sposò mai, che non ebbe eredi e che abitò questa casa fino al 1938, anno della sua morte.

Un villino fiabesco

In pochi hanno la fortuna di conoscere questo luogo allo stesso tempo misterioso e affascinante: di solito ci passano di lato, incuriositi da questo stravagante edificio fantasy, appartato rispetto all’intero contesto residenziale della famiglia Torlonia.

Ma se andiamo oltre le apparenti bizzarrie, noteremo che nei due piani della villa ogni dettaglio è studiato e posizionato con cura. Gli elementi decorativi e i volumi rivelano che l’amore per la geometria, per l’occulto e l’esoterismo, per la magia e la chiaroveggenza, erano la vera ossessione del principe. Ferri battuti e vetrate liberty, mosaici e stucchi, creano un’atmosfera magica capace di riportarci alle raffinate atmosfere vissute dall’inquietante committente.

Nel 1944 la Casina delle Civette fu quasi interamente distrutta dall’occupazione delle truppe anglo-americane. Dopo anni di abbandono, perché tutto tornasse agli splendori, si dovette aspettare il 1978 quando il Comune di Roma acquisì la villa ed il parco e, dopo un eccellente lavoro di restauro, ha restituito alla città il villino fiabesco.

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