Affitto per studenti fuori sede? Ecco quali sono i contratti da firmare

 In MERCATO IMMOBILIARE, Normative

L’estate è finita, Ottobre è quasi arrivato e, per molti degli studenti fuori sede (matricole e non, che studiano in una città diversa rispetto a quella della loro residenza) iscritti all’Università, è arrivato il momento di fare le valigie e cambiare città.
Sono migliaia, gli studenti fuori sede che, a poche settimane dall’avvio dell’anno accademico, sono alla ricerca di una casa in affitto da condividere con altri ‘colleghi’ oppure di una camera in cui trasferirsi.

Universitari fuori sede: quanti sono quelli che cercano casa?

A livello nazionale il 9,4% di chi cerca case in affitto è rappresentato proprio da studenti.
Distanza dalla facoltà universitaria, presenza di servizi e tranquillità della zona i parametri principali tenuti in considerazione nella scelta dell’abitazione.
Le tipologie più richieste sono il bilocale (36,1%) ed il trilocale (32,1%), si registra un aumento del 2,3% per i monolocali.
Abitare da soli in un appartamento tutto per sé? Un lusso che può permettersi appena 1 studente fuori sede su 10, sia nel caso delle matricole che degli studenti di lungo corso.

Contratto d’affitto a giovani studenti fuori sede

Districarsi nel mondo della contrattualistica non è sempre facile.
Tra speculazioni, illegalità e modalità di gestione impropria, spesso le famiglie subiscono vere e proprie batoste, con servizi tutt’altro che regolari.
Tra i tipi di contratto possibili, contributi da versare, agevolazioni fiscali per inquilini e proprietari, proroghe, risoluzioni anticipate, subentri, si rischia di perdersi. Non aiuta la frammentarietà della normativa.

Dunque, vediamo come orientarci nella scelta del contratto più conveniente da sottoscrivere, a seconda delle molteplici opportunità (offerte) di alloggio nelle città universitarie e le ricerche (richieste) delle soluzioni abitative (casa/camera) a seconda delle esigenze dei giovani studenti.

Contratto a canone concordato

Questo tipo di contratto ha una durata di 3 anni che si rinnova per altri 2 a meno di altre comunicazioni. Inoltre, il proprietario e l’inquilino non hanno autonomia, le decisioni vengono prese dalle associazioni rappresentanti che decidono il canone e una clausola sulla rescissione.
In caso di disdetta illegittima da parte del locatore, l’affittuario può chiedere un risarcimento non inferiore a 36 mesi in base al canone pagato. L’affittuario, invece, può recedere in ogni momento dando un preavviso di sei mesi.

Contratto transitorio

Questa è la formula che pone meno vincoli ad entrambe le parti. Infatti il contratto ha una durata che va da un minimo di un mese ad un massimo di 18 mesi.
Il rinnovo non è automatico, ma deve essere fatto attraverso la stipula di un nuovo contratto. Sia il proprietario che l’inquilino, possono fornire la documentazione, da allegare al contratto scritto, in cui spiegano le necessità che li spingono a scegliere questa forma di contratto di locazione abitativa utilizzato per esigenze temporanee non turistiche.
Se alla scadenza il conduttore rimane nel godimento dell’immobile, il contratto diventa soggetto alla disciplina ordinaria con durata di 4 anni + 4 anni.

Contratto per studenti universitari

Questo contratto ha valenza territoriale e può essere adottato solo nei Comuni in cui ci sono sedi universitarie (o in un Comune limitrofo) perché rivolto agli studenti fuori sede, che per frequentare il corso di laurea devono allontanarsi dalla città di residenza. Il contratto dura da 6 a 36 mesi e deve contenere l’espresso riferimento al fatto che il conduttore fuori sede è iscritto a un corso universitario – presso la locale Università – debitamente indicato.
Si rinnova in automatico, tranne disdetta.

Affittare una stanza a studenti: termini e modalità

Esattamente come nelle locazioni immobiliari tradizionali, anche l’affitto di una singola stanza è una procedura prevista dalla legge, regolamentata dal sistema normativo.
Per non incorrere nel rischio di sanzioni amministrative e problemi con la giustizia è indispensabile un regolare contratto, che può avere diverse forme e durate. Oltre a quelle “tradizionali” di locazione, contratto libero (quindi 4+4) e a canone concordato (3+2), esistono anche le locazioni temporanee con i contratti transitori e quelle per studenti.
La scelta della tipologia di contratto è indifferente nell’ottica della legalità della pratica, regolamentata dalla Legge n. 431 del 9/12/98 e dall’articolo 1571 del Codice Civile.

Insomma, inquilini e proprietari di casa hanno a disposizione molti contratti diversi per regolare i rapporti tra di loro. Da un lato questa varietà di tipologie d’affitto – che la legge italiana ammette e disciplina – assicura agli inquilini la possibilità di sottoscrivere contratti in linea con le loro esigenze abitative; dall’altro, permette ai proprietari di scegliere la forma che meglio si integra con i loro redditi.
Fermo restando che, la presenza di un regolare contratto di affitto sia per una casa che per anche una singola stanza è funzionale alla limitazione del fenomeno dell’evasione fiscale.

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